Neppure il gigantesco bestemmiatore Capaneo è, all’Inferno, tanto insolente contro il Signore quanto Vanni Fucci (Inf. XXV).
Egli, dal buco sotterraneo dove si trova, ladro di chiesa e uomo vigliacco e violento in vita -costretto a definirsi “bestia” e a confessare le sue colpe infami- osa addirittura alzare i pugni contro il Cielo infilando i pollici tra indice e medio.
Indirizzandole a Dio in persona: “squadra le fiche”, si diceva, “Togli Dio che a te le squadro”, grida blasfemo.
Saranno i serpenti presenti nella Bolgia, esecutori tempestivi della volontà di Dio, a censurare, annodandoglisi addosso, il suo orribile gesto, che forse, nella sua reiterazione impotente e vile, è parte stessa della pena.