Parte IV
- Delle efferatezze di Ezzelino III da Romano si ha ancora oggi una maggiore contezza, forse perché riecheggia il ricordo di lui ficcato nel sangue bollente del Flegetonte da Dante. Iniziato dal padre, alla sua carriera politico-militare, lo si indica come abile costruttore di armi da lancio. Gli storici segnalano il passaggio del suo potere a una tirannia oppressiva solo sul volgere degli ultimi anni di un lungo ventennio, in un regime connotato da ricatti, spoliazioni, espulsioni, danneggiamenti e incendi, carcerazioni, ma pure esecuzioni, violenza brutale, mutilazioni, castrazioni e stragi. Alessandro IV lo scomunicò nel 1248, condannandone l’efferata crudeltà, della quale il tratto più ignobile e divenuto leggendario fu l’accecamento di bambini. Ma suo fratello e per anni suo rivale, Alberico, non fu certo da meno. Politicamente affamato di potere, resse prima la Marca Trevigiana per conto di Federico II di Svevia, fu podestà di Vicenza nel 1227, poi nel 1239 si staccò temporaneamente dal partito imperiale, alleandosi con Biaquino II da Camino, di parte guelfa, divenendo potestà di Treviso, città che resse con una politica di fatto ghibellina. Anche lui scomunicato da papa Alessandro IV, dopo alterne vicende fu alla fine costretto a rifugiarsi nella rocca di San Zenone, con la famiglia, dove stette per quasi 10 mesi. Il 24 agosto 1260 a seguito di un tradimento intramoenia, le truppe filo-papali di Venezia, Trento, Padova, Verona e Vicenza riuscirono a penetrare le mura esterne del castello assediato, e lui, a condizione di essere posto con tutta la sua famiglia sotto la tutela del consuocero il marchese d’Este, decise di arrendersi. S’era però già deciso di ucciderlo e con lui fu atrocemente trucidata anche la famiglia: la seconda moglie Margherita e i loro figli maschi e femmine. Rispetto al fratello Ezzelino gli si mette in conto una maggiore depravazione sadica e perversione sessuale. Lo si descrive come dalla libidine insaziabile, sia di matrone che di vergini, e Salimbene da Parma riporta l’episodio in cui costrinse mogli, figlie e sorelle di trenta condannati, a denudarsi dinanzi a loro prima essere impiccati; pare fosse anche instabile e soggetto a tali scoppi d’ira che una volta, avendo perso il suo falco da caccia, si sarebbe abbandonato a sonore bestemmie davanti al duomo e persino sull’altare della chiesa.
- Avevamo già parlato altrove di Rizzardo da Camino, ma non s’era detto quanto brutale, oltre che stupida, fosse la sua politica, che alla fine lo condurrà ad essere assassinato a tradimento da un villano armato di roncola, mentre nella loggia del suo palazzo giocava a scacchi. In Dante appare nella profezia della beata Cunizza da Romano, la sorella, incline ai piaceri carnali, degli efferati Ezzelino e Alberico; è una delle due volte in cui nella Divina Commedia c’è un indiretto riferimento al gioco degli scacchi.
Figlio di un politico corrotto, ma in grazia al popolo (non per niente detto il Buon Gherardo), e corrotto peggio del padre, senza però essere amato, Rizzardo fu nominato cavaliere nel 1295 in pompa a Rovigo dal marchese Azzo VIII d’Este (anche lui personaggio brutale) e fu signore di Treviso, come suo padre, ma con errori strategici piuttosto evidenti, riuscì a scontentare e rendersi ostile la nobiltà guelfa che storicamente gli era alleata. Accennando alla sua mancanza di scrupoli, ricordiamo che su di lui gravavano i sospetti di un aiuto ad Azzo VIII nell’uccisione del buon fanese Iacopo del Cassero, pare fosse implicato anche in quella del vescovo di Feltre e Belluno, pure lui Iacopo, fu sospettato a Venezia di essere stato complice nella congiura di Baiamonte Tiepolo, e la sua signoria assunse tinte assai fosche specie (come pare accada spesso) nell’ultimo periodo. Va anche segnalato, però, che si tramanda fosse stato protettore della scienza e che al suo tempo Treviso divenne un centro per grammatici, giureconsulti, medici. Il suo ammazzamento proditorio pare fosse frutto di una congiura a capo della quale vi fu Cangrande della Scala (a cui Dante dedica il Paradiso); ma si includono fra i mandanti anche i parenti e il fratello stesso, Guecellone, che poi gli successe raccogliendo un’eredità costellata di legati, e che fu l’ultimo caminese attivo. Secondo le Postille Cassinesi egli fu ucciso, invece, per conto del signore Altinerio dei Calzoni (o degli Azzoni) di Treviso al quale aveva disonorato la moglie, che agì in combutta assieme ad altri. Si racconta che non appena il sicario lo ebbe colpito e fu chiaro che la vittima era spacciata, morirà una settimana dopo, incuranti della richiesta da questi avanzata di risparmiare l’assassino, per timore che quello parlasse lo uccisero subito a pugnalate. Secondo altri furono le sue guardie del corpo ad intervenire tempestivamente, ma comunque troppo tardi. - Qualche anno fa, avevo già, scherzosamente, messo a confronto le morti degli Imperatori Romani e dei Presidenti Americani, in specie per avere un’idea assai indicativa di quanto il lavoro di “persona più importante e potente del mondo” sia pericoloso, deducendolo da quanti siano morti per cause non naturali. Forse è giunto il momento di realizzare qualche approssimativa statistica con altri tre istituti che hanno rivaleggiato per oltre mille anni, l’Impero Romano di Oriente (Bizantino), il Papato, e l’impero (Sacro Romano).
Iniziamo dai bizantini, anche perché abbiamo già avuto modo di apprezzare quanto brutale fosse il loro mondo, essendoci imbattuti in Irene d’Atene, alla quale si imputa di aver avvelenato il marito, cospirato in varie congiure omicide, addirittura sabotato campagne militari del figlio, fino ad averlo poi fatto accecare e uccidere.
Diamo uno sguardo di insieme prima di dedicarci a qualche fattaccio specifico.
Da Arcadio figlio di Teodosio, cioè dal 395 D.C. al 1453, quando Costantino XI Paleologo il 29 maggio è ucciso in combattimento dai turchi ottomani, durante la caduta di Costantinopoli, si contano 88 Imperatori, una media di uno ogni quasi 12 anni (1048 anni, diviso 88). Ne abbiamo 25 assassinati, a vario titolo, per lo più per ragioni interne, in alcuni casi da nemici esterni, e altri 8 in dubbio di essere stati assassinati, o per avvelenamento o per conseguenze di mutilazioni, quindi tra il 28 e il 37% di morti ammazzati, significativamente inferiore all’oltre 70% degli imperatori romani. Ecco la lista, nella prossima puntata, magari formuleremo altre considerazioni e vedremo alcune della vicende più brutali.
La lista, assai asciutta:
- Arcadio, 395-401, malattia
- Teodosio II, 408-450, incidente a cavallo
- Marciano, 450-457, malattia
- Leone I “il Trace”, 457-454, malattia (dissenteria)
- Leone II, 474-474, malattia, forse avvelenamento
- Zenone, 475 deposto e morto di vecchiaia
- Basilisco, 475-476, deposto da Zenone, morì di fame internato in una cisterna
- Zenone, 476-491, morto di vecchiaia
- Anastasio I, 491-518, morto di vecchiaia
- Giustino I, 518-527, morto di vecchiaia
- Giustiniano I, 527-565, morto di vecchiaia
- Giustino II, 565-578, morto di vecchiaia
- Tiberio II, 578-582, malattia, forse avvelenato
- Maurizio, 582-602, decapitato dal successore
- Foca, 602-610, decapitato dal successore
- Eraclio I, 610-641, malattia (idropisia)
- Costantino III, 641, malattia (tubercolosi) forse avvelenato, dalla madre e dal successore
- Eraclio II, 641, scompare dopo una ribellione militare e che gli fu tagliato il naso
- Costante II, 641-668, assassinato per ordine di Mecezio
- Costantino IV, 668-685, malattia (dissenteria)
- Giustiniano II, 685-695, rovesciato da rivolta militare capeggiata dal successore, gli fu mozzato il naso, riprese il potere, nel 711 fu decapitato per ordine di Filippico
- Leonzio, 695-698, rovesciato da rivolta militare, decapitato dal successore
- Tiberio III, 698-705, decapitato dal successore
- Giustiniano II, 705-711, ripreso il potere, fu decapitato dal successore
- Filippico, 711-713, assassinato in complotto di palazzo
- Anastasio II, 715-718, spodestato dal popolo, giustiziato da Leone III
- Teodosio III, 715-717, abdicò, nel 754 morto di vecchiaia
- Leone III Isaurico, 717-741, morto di vecchiaia
- Costantino V, 741-742, usurpato, morì nel 775 battaglia contro i bulgari
- Artavasde, 741-743, accecato, tagliata la lingua, poi morì rinchiuso nel monastero di Cora
- Costantino V, 743-775, battaglia contro i bulgari
- Leone IV, 775-780, probabilmente avvelenato dalla moglie Irene d’Atene
- Costantino VI, 780-797, accecato per conto della madre, Irene d’Atene
- Irene d’Atene, 797-802, spodestata muore di vecchia in esilio l’803
- Niceforo I, 26 luglio 802-811, decapitato dal khan bulgaro Krum, che del cranio fece una coppa
- Stauracio, 811-811, nel 812 per le ferite combattendo contro Krum
- Michele I, 811-813, vecchiaia
- Leone V, 813-820, congiura di palazzo del successore
- Michele II, 820-829, probabilmente vecchiaia
- Teofilo, 829-842, malattia
- Michele III, 842-867, congiura di palazzo del successore
- Basilio I, 867-886, incidente di caccia
- Leone VI il Saggio, 886, 912, malattia
- Alessandro (coimperatore), 912-913, malattia
- Costantino VII, 912-959, malattia
- Romano I Lecapeno, (coimperatore) 920-944 deposto, vecchiaia 948
- Romano II, 959-963, probabilmente assassinato in una congiura di palazzo, guidata dalla moglie Teofano.
- Niceforo II Foca, 963-969, Assassinato in una congiura di palazzo, guidata dalla moglie Teofano e dal successore
- Giovanni I Zimisce, 969-976, malattia (tifo)
- Basilio II l’ammazzabulgari, 976-1025, malattia
- Costantino VIII,1025-1028, malattia
- Romano III Argiro, 1028-1034, assassinato in una congiura di palazzo, guidata dalla moglie Zoe e dal successore
- Michele IV, 1034-1041, malattia
- Michele V, 1041-1042, deposto da Zoe, imprigionato e fatto accecare
- Zoe, 1042, poi entrò il terzo marito, vecchiaia 1050
- Costantino IX Monomaco, 1042-1055, vecchiaia
- Teodora, 1055-1056, vecchiaia
- Michele VI Bringa, 1056-1057, deposto da una rivolta che, 1059 morì in monastero
- Isacco I Comneno, 1057-1059, morto di vecchiaia
- Costantino X Ducas, 1057-1067, (era un filosofo) morto di vecchiaia
- Eudocia Macrembolitissa, 1067-1071 successe al primo marito, vecchiaia nel 1096
- Romano IV Diogene, 1071 (sposò Eudocia) 1072
- Morì per le ferite, dopo esser stato accecato e torturato dopo essere stato catturato nella battaglia di Manzicerta.
- Michele VII Ducas, usurpatore nel 1071-1078 abdicò e si fece monaco
- Niceforo III Botaniate, usurpatore 1078-1081 usurpato, vecchiaia stesso anno
- Alessio I Comneno, 1081-1118, malattia (enfisema polmonare)
- Giovanni II Comneno, 1118-1143, abdicò, tre giorni dopo morì in incidente di caccia a causa di una freccia avvelenata.
- Manuele I Comneno, 1143-1180, malattia
- Alessio II Comneno, 1180-1183, assassinato dal successore (fatto strangolare con una corda d’arco)
- Andronico I Comneno, 1183-1185, linciato dalla popolazione di Costantinopoli
- Isacco II Angelo, 1185-1195, accecato dal successore, morì nel 1204 malattia, forse assassinato da Alessio V
- Alessio III Angelo, usurpatore nel 1195-1203 I crociati gli tolgono il potere, vecchiaia nel 1211
- Isacco II Angelo, 1203 dimesso dai crociati, vecchiaia o assassinato da Alessio V 1204
- Alessio IV Angelo, 1203-1204, assassinato dal successore
- Alessio V Ducas, 1204, fugge da Costantinopoli e i crociati lo gettano dalla colonna di Teodosio
- Costantino XI Lascaris, 1204-1205, malattia
- Teodoro I Lascaris, (fratello) 1205-1222, malattia
- Giovanni III Ducas Vatatze, (succede al suocero) 1222-1254, vecchiaia
- Teodoro II Lascaris, 1254-1258, malattia (epilessia)
- Giovanni IV Lascaris, 1258-1261, detronizzato e accecato dal successore
- Michele VIII Paleologo, 1259-1282, vecchiaia
- Andronico II Paleologo, 1282-1328, perse la guerra civile contro il nipote, vecchiaia 1332
- Michele IX Paleologo, 1294-1320, malattia (emorragia celebrale)
- Andronico III Paleologo, 1328-1341 vince contro il nonno, malattia
- Giovanni V Paleologo, 1341-1376 usurpato dal figli,1391 malattia (gotta)
- Giovanni VI Cantacuzeno, 1347-1354 abdica, 1383 vecchiaia
- Andronico IV Paleologo, 1376 usurpa-1379 Venezia gli toglie il torno, 1385 malattia
- Giovanni V Paleologo, 1379-1390, Venezia lo rimette al potere, 1391 malattia (gotta)
- Giovanni VII Paleologo, 1390 usurpa e perde il trono tramite Venezia, 1408 malattia
- Giovanni V Paleologo, 1390-1391 riprende il trono con l’aiuto di Venezia, sempre malattia (gotta)
- Manuele II Paleologo, 1391-1425, vecchiaia
- Giovanni VIII Paleologo, 1425-1448, malattia
- Costantino XI Paleologo,1449-1453, ucciso nella caduta di Costantinopoli
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